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Peste suina, la UE blinda la provincia di Pavia

Articolo del 27-01-2025
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Pavia, 9 settembre 2023 – La provincia di Pavia si trova sotto stretta sorveglianza a causa dell’incremento dei focolai di peste suina africana (Psa), saliti a otto. Una situazione allarmante che ha spinto l’Unione Europea a estendere le zone di protezione e sorveglianza su tutto il territorio pavese, adottando misure differenziate in base al livello di rischio.

Le aree di maggiore preoccupazione, come Zinasco, Dorno e Montebello della Battaglia, dove sono stati individuati allevamenti infetti, sono state inserite nella zona di protezione. Altri comuni, tra cui Vigevano, la Lomellina, Pavia e il Pavese, rientrano nella zona di sorveglianza. Più restrittive le disposizioni per le zone di restrizione I, che includono comuni come Colli Verdi, Volpara e Rocca de’ Giorgi, e per la zona di restrizione II, che comprende Brallo di Pregola, Santa Margherita Staffora, Menconico, Romagnese e altri paesi dell’Oltrepò pavese.

Per contenere la diffusione del virus, sono entrati in azione i carabinieri forestali, con 11 pattuglie operative giorno e notte nelle aree di protezione, supportate da 10 unità aggiuntive provenienti da Cremona, Milano e Varese. “La misura emergenziale – si legge in un comunicato ufficiale – è stata stabilita di concerto con i vertici dell’Ats, che hanno valutato positivamente l’opportunità di impiegare nuove risorse umane per garantire la sicurezza del territorio dal rischio di possibili infezioni”.

Un virus altamente contagioso

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenuto ieri a margine dell’evento “Healthy Lungs for Life”, ha ribadito la gravità della situazione. “L’allarme è stato lanciato da tempo—ha dichiarato Fontana—ma purtroppo il virus si diffonde in maniera incredibile. Basta che una suola di scarpa passi dove c’è stato un animale infetto per propagare la malattia. L’unico modo per eliminarla è abbattere tutti gli animali ammalati”.

Ad oggi, sono stati abbattuti oltre 11mila maiali per cercare di contenere l’epidemia, un dato che evidenzia l’impatto devastante del virus sull’economia agricola locale e sugli allevamenti. Tuttavia, non mancano le opposizioni. Diverse associazioni animaliste, tra cui il rifugio “Cuori Liberi”, si stanno battendo per salvare i suini non ancora contagiati. “Diffidiamo l’Azienda sanitaria pavese a procedere con l’abbattimento dei 35 suini del nostro rifugio – hanno dichiarato –. Nessuno torca loro un pelo prima che il Tar si esprima il 5 ottobre. Se necessario, presenteremo appello anche al Consiglio di Stato”.

Il responsabile del rifugio ha inoltre sottolineato: “Abbiamo salvato questi maialini da situazioni di maltrattamento, li abbiamo curati e ora ce li vogliono sopprimere”. Una battaglia legale e morale che si intreccia con l’emergenza sanitaria, aprendo un fronte di discussione tra la necessità di tutelare la salute pubblica e il rispetto per la vita animale.

Un territorio in stato di allerta

La stretta sulle misure di contenimento dimostra quanto il problema sia percepito come urgente e grave dalle istituzioni locali e comunitarie. La peste suina africana, pur non essendo trasmissibile agli esseri umani, rappresenta una minaccia significativa per l’economia e per la sicurezza alimentare. L’impegno congiunto delle forze dell’ordine, delle autorità sanitarie e delle amministrazioni locali punta a proteggere non solo il patrimonio zootecnico, ma anche le attività produttive della provincia.

In attesa di ulteriori sviluppi, il territorio pavese rimane sotto una stretta sorveglianza, con l’auspicio che le misure adottate riescano a contenere la diffusione del virus e a limitare i danni a lungo termine.

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